mercoledì 23 luglio 2025
Volata sul Picco dell'Aquila. Parte 5
... Risposte dei Dogmi (1):
‘Secondo il linguaggio della sacra Scrittura, che si serve di immagini, il peccato originale è stato un atto di disobbedienza a Dio, consistito nel mangiare del frutto dell’albero della scienza e del male. L’uomo volle sostituirsi a Dio, disponendo cippi tra bene e male. Si trattò pertanto di un peccato di superbia. Da allora, ogni violazione nell’ambito delle prescrizioni religiose è un aggiornamento del peccato originale, in quanto disobbedienza a Dio e mancanza di fiducia in lui. Il dramma del peccato consiste nel considerarci più intelligenti di Lui.
In noi il peccato originale non è un peccato personale. Consiste nell’aver ereditato una natura inclinata al male priva della santità e della giustizia originali. Ai tempi di Adamo ed Eva, si trattò di un peccato commesso. Ai nostri, invece, è un peccato contratto, una natura contaminata ricevuta in eredità, propensa al male. Un esempio: se qualcosa dovesse inquinare la fonte di un fiume, tutto il suo corso successivo sarà costituito da acque compromesse.’
Eppure.
Non siamo stati “fatti a Sua immagine e somiglianza’?
Chi è curios3 di conoscere le reazioni di Gloss ai dogmi ecclesiastici, leggerà “Effatà”.
Tornando a sua madre, alle 8 e 38 del 16 agosto 2022 la perdonò con una lettera:
“Ti scrivo l’ora precisa perché, quando riceverai questa mia, possa riandare con la tua mente al preciso istante e rivedere che stavi facendo. Anche se lontane, siamo sempre state vicine, con cuore e con mente. Magari scoprirai che mi stavi pensando, chiedendoti cosa stessi facendo; magari no.
Mi piace credere alla prima versione, in quanto figlia che ti ha lasciata nel corpo, ma non nel cuore, che si è sempre sentita vicina a te, nonostante tutto. Non per giustificarmi, ma le storie degli uomini e delle donne di questa Italia mi hanno insegnato che la propria vita va costruita staccando il cordone ombelicale, guadagnando meriti personali agli occhi di Dio o dell’Universo (non importa chi). Guadagnando fiducia ai propri occhi, questo sì che importa.
Circa la fiducia, ci sarebbe un discorso fondante da fare nella relazione tra me e te. Non amo rivangare il passato, il passato non torna se non è di verdura. È una battuta cretina, ma piace. Riassumendo, posso affermare con cognizione di causa, visto che la vita di cui ti scrivo è la mia, che guardando indietro fino agli anni nella mia infanzia, mi sono sentita messa da parte, non considerata nei meriti né endogeni e né acquisiti.
Il riconoscimento del valore di un figlio o figlia da parte di un genitore crea nel bambino quella fiducia in sé che io non ho potuto sperimentare nella mia infanzia, lasciandomi incerta, insicura. Ma te ne sono grata, perché la ricerca della tua approvazione mi spinse a crearmi una personalità forte le cui radici affondassero nella cultura, non potendo farlo in te.”
Nel rileggere la propria lettera, Gloss capisce che se fossero state indirizzate a lei le affermazioni contenute, le avrebbe percepite come tremende. Terrificanti perché vere. Eppure, ancora poche settimane prima del suo passaggio in latenza, sua madre non solo era rimasta indifferente, ma era convinta di non aver nulla da farsi perdonare.
«Ora la morte è un fiore di speranza» sono stati gli ultimi versi di Radnòti. E anche Gloss si ferma qui per determinare il proposito di scrivere un saggio sulla morte. Che è anche vita. Prenderà spunto da queste riflessioni suddivise in tante parti.
Nel 2019 il fidanzato Fabrizio e Gloss rinunciarono alle vacanze per assistere la madre di Gloss in ospedale e per festeggiarla nel suo compleanno di leonessa zodiacale. A casa sua, scoprirono documenti bancari a danno della figlia. Eppure, Gloss mise da parte il risentimento, cercò un’assistente sociale che aiutasse sua madre al rientro, e contattò anche la RSA che mamma negli anni aveva indicato come l’unica possibile perché nel suo amato quartiere.
Nello spendere diverse ore di impegno personale e anche il poco denaro che aveva a disposizione per raggiungere i due obiettivi, Gloss dimenticò che si dà aiuto solo se richiesto. Infatti, mamma non gradì, anzi, quando le furono raccontati i successi raggiunti per lei, cacciò Gloss e il suo fidanzato da casa sua, offesa. Entrambi non reagirono perché era sulla sedia a rotelle. Ma se ne andarono.
“I santi e i saggi sono messi alla prova dagli insulti” (da Lettera da Sado, RSND, 1, 269).
Sarà anche stata ‘santa e saggia’, ma per circa un anno Gloss non dormì, rovinandosi la vita e avviando gli attacchi di panico che la tormenteranno per un paio d’anni. Poi, in una delle occasioni in cui chiamò la madre, sentendosi rispondere di non avere piacere di sentire sue nuove, prese finalmente la decisione, sofferta, di tagliarla via dalla sua esistenza come si fa coi rami secchi. Tuttavia, non voleva essere cinica. Studiò il buddismo per capire se fosse possibile indirizzare la vita verso il suo potenziale positivo e creativo, anche attraverso le difficoltà. Questa questione dovrebbe essere il nocciolo dell’etica e della religione. Il Sutra del Loto, che nel Buddismo di Nichiren Daishonin è l’insegnamento che coglie l’essenza dell’Illuminazione del Budda, ci offre una risposta apparentemente semplice, racchiusa nella storia del Bodhisattva Mai Sprezzante.
Si tratta di un bodhisattva vissuto nel lontano passato, la cui pratica era quella di inchinarsi con riverenza di fronte a chiunque incontrasse e lodarne l’inerente natura di Budda…
(seguente)
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(1) Dogmi: Dogmi: da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica, Gloss ha estratto spunti per un confronto sereno con un sacerdote cattolico della sua parrocchia d’infanzia. https://it.cathopedia.org/wiki/Dogma (ultimo accesso febbraio 2025)
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