mercoledì 7 giugno 2017

VINCI SU TE STESSA E SII FELICE

L’invito che dà il titolo a questa esperienza riguardante l’essenza femminile è estratto dal messaggio della sig.ra Kaneko apparso sul Nuovo Rinascimento 599. Vincere su se stessa per essere felice a Gloss apparve subito come un’impresa titanica. È una guerra in atto, giorno per giorno, istante per istante, si perpetua per tutta l’esistenza. Occorre prima di tutto individuare cosa vada vinto, quale tendenza di base. Nel caso di Gloss soprattutto era in quel periodo l’arroganza, intesa come presunzione di sapere. Non fu mai umile, perché convinta che l’umiltà fosse madre di ipocrisia. Lo disse perfino Madre Teresa di Calcutta di sé. Ma saperlo non giustificava prevaricazioni degli altri. La rottura di un aneurisma cerebrale le aveva donato la conseguenza di non sapersi trattenere da scoppi di rabbia e burrascoso impeto delle sue parole nel confrontarsi, per esempio durante gli Zadankai. Perciò iniziò proprio da qui, a tenere in bocca la lingua, raffrenandosi e raffreddandosi, cercando di indossare prima i panni altrui. Eppure, sentiva che non era sufficiente.

A furia di lucidare i sei sensi con il Daimoku, si era imbattuta in una verità difficile da digerire. Lei che oltre quasi dieci anni combatteva lo stalking, “scoprì” di avere tutte le caratteristiche cliniche tipiche dello stalker. Supponendo che la sua tendenza di base fosse solo l’arroganza, ci si era adagiata, crogiolandosi nell’abitudine. Ma poi l’illuminazione: fino a quel momento, metteva recitazione sempre al mattino presto, stalkerando l’invito a più riprese nella chat buddista, quasi a “bacchettare” i compagni e le compagne di fede dalle quali aveva l’aspettativa venissero a recitare. Che tendenza occulta lo stalking? Di fatto, quella di essere determinati al raggiungimento di uno scopo.

Gloss determinò che tale scopo fosse Kosen Rufu. Perseverando e contattando “i buoni amici” buddisti per un sostegno e un aiuto pratico in vista di Kosen Rufu, ha vinto su se stessa. «La legge del Budda riguarda principalmente la vittoria o la sconfitta» (L'eroe del mondo, RSND, 1, 741) La vittoria sulla propria oscurità fondamentale assieme a Sensei, rinnovando il voto per Kosen Rufu, giorno per giorno.



giovedì 1 giugno 2017

L'ODIO VERSO IL GENITORE

Fin da piccola, il rapporto tra Gloss e sua madre fu conflittuale. La prima ottimista contro ogni aspettativa, la seconda pessimista cosmica. Una, anarchica e libertaria. L’altra, normativa e autoritaria. La prima elastica e affettuosa. La seconda, rigida e anafettiva. Fisiologiche differenze caratteriali che tra le due facevano scaturire scintille. Durante l'adolescenza, Gloss cercò di liberarsi da quello che considerava ingiusto giogo fuggendo di casa tre volte, per vedersi puntualmente riaccompagnata al nido materno. Durante il liceo determinò di costruirsi una autonomia economica che potesse renderla indipendente finita la scuola secondaria. Al quinto anno del Liceo Scientifico, terminò in parallelo l'Istituto Superiore d'Arte serale, mentre il pomeriggio praticava in un'Agenzia Pubblicitaria negli Anni della Milano da Bere. Conseguì un reddito tale che entro i due anni seguenti le consentì di acquistare un appartamento a una cinquantina di chilometri di distanza e di andarci a vivere con lo sposo, pur di allontanarsi dalla madre.

 

Tuttavia, nei trent'anni successivi il rapporto non migliorava. La madre sempre più dedita al problematico fratello di Gloss, Gloss sempre più lontana fisicamente. Divenne buddista e al primo Zadankai ricevette uno shock: i genitori sono scelti dai figli. Aveva convissuto cinquant’anni con l’idea cha la madre la odiasse, consolandosi grazie alla convinzione che non l’avesse scelta lei. Quindi, quando le fu detto che siamo noi a determinare i genitori, sentì di non poterlo accettare. Però Gloss aveva già imparato a fidarsi della Legge Mistica, quindi si sforzò di capire, con la testa e con il cuore. 

 

Parlò con compagni e compagne di fede, ascoltando le loro esperienze, lesse tutto quello che potesse parlarle di debito di gratitudine, concentrandosi in particolare sui Gosho “I quattro debiti di gratitudine” e “L'offerta della torta di fango”; percepì di avere avuto vite precedenti in cui era già Bodhisattva della Terra e che, invece del Nirvana, aveva scelto di tornare in questo mondo di sofferenze per illuminare sempre più gli altri e se stessa. Non c'è cosa migliore delle sofferenze per crescere e far crescere con compassione.

Così scelse una una madre che la odiasse allo scopo di fare Shakubuku con la vita a coloro che patissero le relazioni familiari. Doveva mettere una controtendenza nella relazione con la madre e l’occasione arrivò. La madre ormai ultra ottantenne cadde, fratturandosi malamente un braccio. Subì un intervento gravoso durante il quale il chirurgo le piazzò sul gomito un ferro fissato con sette chiodi, la sua normale routine quotidiana dichiarata recuperabile in non meno di tre mesi. Durante il ricovero, cadde nuovamente in ospedale. Una volta dimessa e rientrata a casa sua, Gloss la vide dimenticare i rubinetti aperti, lei che tutta la vita era stata una donna lucidissima, così tanto presente a se stessa da essere impietosa persino contro le proprie défaillances. Ora stava cedendo. Perciò, Gloss mise da parte orgoglio e rancore, recitò Daimoku con il ruggito del re leone, ma dentro di sé, per rispetto della madre che non voleva, quando poteva davanti a Gohonzon altrui, per la sua guarigione, determinando che potesse rientrare nella normale quotidianità operativa entro quindici giorni. Non tre mesi, ma quindici giorni. Accadde. Magia? No. Attivazione delle funzioni protettrici della vita, che siamo noi stessi.

Gloss le insegnò gli esercizi riabilitativi appresi in anni di assistenza al recupero funzionale dei giocatori di calcio. La mamma riuscì a recuperare la propria funzionalità quotidiana in una quindicina di giorni, tanto da farne strabiliare il chirurgo che l’aveva operata. Con l’attivazione del Daimoku, Gloss trasformò la propria repulsione contro sua madre in compassione verso di lei.

“Seguendo me, tu come devoto del Sutra del Loto, parli ad altri di questa Legge. Cos’è questo se non la trasmissione della Legge?”. (Sutra Del Loto, Cap. X, “Maestro della Legge”,  Nichiren Daishonin) Dunque, Maestro della Legge è perfino Gloss. Incoraggiata, la lodò nel suo Daimoku per le sofferenze che involontariamente le aveva inflitto e che però l’avevano preparata ad essere la donna forte di oggi. La madre si stupiva dell’innamorata adesione al buddismo, Gloss le rispondeva che se si coglie la felicità per se stessi e per l'intera umanità insita nella pratica, vi si aderisce con gioia e si propaga. Come tra innamorati.

 

«Quanto più profonde sono le radici che sviluppiamo nella società, tanto più numerose sono le difficoltà che sorgono, “facendo a gara per interferire”. Ma è proprio questa la prova della verità del Buddismo di Nichiren Daishonin, ed è qualcosa che non si può evitare. Qualsiasi difficoltà si possa manifestare, non abbiamo altra scelta che superarla!» (BS 180 - gennaio febbraio 2017, Risposta a un credente, Il Buddismo del sole / Lezione di Daisaku Ikeda sugli scritti di Nichiren Daishonin).