martedì 22 luglio 2025
Volata sul Picco dell'Aquila. Parte 2
… l’ha trasportata in una struttura medica per il lungo recupero che l’aspetta, il pigiama tra i più sfibrati che ha, stretto e stropicciato su un corpo che un tempo vedevo alto e possente e adesso è rimpicciolito e rinseccolito, la borsetta floscia stretta sul petto, scelta tra le più orrende e pure in similpelle per non attrarre ladri d’ospedale, le mani ormai noccolute artigliate sui manici consunti, il naso a becco che vuole volare via dal viso smagrito. Gli occhi strabuzzati, stralunati, impauriti e violenti.
Pago i barellieri, perché mamma ha fatto in modo che mio fratello le prosciugasse portafoglio e conto corrente assieme alla sua anima.
Si rivolge a Fabri:
“Cazzo siete venuti a fare?”
Al risveglio ho scandagliato la Realtà.
Siamo noi stessi la Realtà che si interroga su di sé, poiché è solo attraverso l'autoanalisi, l'introspezione e la ricerca di soluzioni per le proprie difficoltà che la Realtà può emergere.
Sono processi impegnativi che richiedono coraggio, ma spesso vengono interrotti, ignorati o deviati proprio quando si presentano con urgenza e chiarezza.
Conosciamo bene questa dinamica: ogni volta che proviamo a riconsiderare radicalmente la nostra vita e a cercare un cambiamento, ci troviamo intrappolati in un vortice di sofferenza, incertezze, diverse possibilità, nuovi propositi e tentativi di fuga. È arduo essere sinceri con noi stessi, distinguere la bontà o meno delle nostre azioni, comprendere le vere motivazioni che le guidano, definire i nostri limiti e la profondità della situazione in cui ci troviamo.
L'autocritica si muove costantemente tra la sensazione di prigionia e la possibilità di una rinascita.
È necessaria una notevole forza interiore per affrontare il rischio di cadere nella prima, con la speranza di raggiungere la seconda. FabriBudda dice sempre: «Guarda dentro il tuo cuore» e l’interpellat3, io per prima, non lo fa.
Nel mio romanzo 'Effatà - Hikikomori' affronto il tema della Realtà e delle persone a noi ostili: ‘In fondo, la Natura è intrisa di violenza, stuprata da leoni cacciatori e gazzelle loro succubi, fatta di coccodrilli azzannanti e gnu azzannati, di tartarughe neonate in corsa verso il mare prima che un trampoliere le ingoi, di miliardi di spermatozoi nella loro microscopica e spasmodica volata verso l’unico ovulo disponibile. La violenza è vita – o morte, gli aveva insegnato Madre sulla sassaia ghiacciata all’ombra della Guglia Rossa.’
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