martedì 8 settembre 2020

KARMA UGUALE MISSIONE

Venti minuti di botte prima di morire.

Dopo una giornata di lavoro onesto, Willy Monteiro Duarte esce con gli amici. Nel tornare a casa, assiste a una lite. Il ragazzo preso di mira è un suo ex compagno di classe. Decide di intervenire. Entro pochi minuti, il senso di giustizia gli costerà la vita.

È passato in latenza Willy “agevolato” da un calcio in pieno alla testa prima in piedi, poi a terra, da altri calci e pugni sferrati da professionisti della rissa. Troverete i dettagli nel sito in netnografia, l’unica informazione possibile oggi in Italia.


Gloss fa i nomi per sparare un faro contro gli aggressori, già pluripremiati dalla giustizia italiana -  precedenti per spaccio, per lesioni, per risse notturne: Mario Pincarelli, Francesco Belleggia, Marco e Gabriele Bianchi. Un quinto amico risulta solo indagato. 

Stramazzato Willy sull’asfalto, gli aggressori continuano a colpire duro per venti minuti.

Nonostante le telecamere di sicurezza dei dintorni fossero state disattivate, foto degli aggressori, dato modello e targa del Suv erano state prese dagli astanti. 


Due ore dopo, il gruppo aggressore viene sorpreso a bere una birra e a postare video umoristici su Facebook nel locale di proprietà della famiglia Bianchi. Come se nulla fosse. Come se non avessero appena ammazzato un giovane.


Gloss legge e rilegge queste notizie asciugate e lucide. Legge e rilegge.  Legge e rilegge.  Legge e rilegge. Non riesce più a scrivere. Poi prende uno de I TASCABILI / 04, Esperia, 2011, KARMA, un altro modo per dire missione. Dalla pagina del frontespizio: “Il termine deriva dalla parola sanscrita kàrman, la cui radice kr-, che significa agire, fare, ha dato origine al termine latino e italiano creare”.


Una domanda le sorge subitanea: cosa crei, se sei ammazzato di botte? Diventerebbe inaccettabile il concetto di karma, se Gloss si fermasse alla superficie. Nel caso di Willy, ha seguito due considerazioni distinte e quasi opposte circa il concetto di karma. Quelle relative a Willy e quella agli aggressori.


Com’è inteso da noi occidentali, il karma è sorta di castigo senza possibilità di redenzione attraverso il pentimento. Provenendo da una cultura di tipo cristiano cattolico, il concetto di pentimento può risultare ambiguo. Secondo le scritture buddiste, la miglior causa possibile consiste nel lodare la Legge, mentre la peggiore è offenderla. Offendere la Legge significa prima di tutto offendere la vita. Infliggere una sofferenza agli altri significa porre una causa per la propria sofferenza, quindi per traslazione offendere la propria vita. A meno di riuscire a cambiare il karma, a realizzare la propria rivoluzione interiore, si rischia di restarne invischiati. La rivoluzione interiore passa anche attraverso una rivoluzione del modo di vedere il karma: da fardello che ci si trova di malavoglia a portare, a espediente che abbiamo deciso di utilizzare per sperimentare l’illuminazione in questa esistenza.


Facciamo il caso di Gloss. Un marito picchiatore, una figlia disabile, un carcinoma mammario, una rottura di aneurisma cerebrale. Eppure è ancora qui a parlare di missione, a portare incoraggiamento a coloro che ne sono ancora impaniati. Nichiren Daishonin le ha insegnato come trasformare il suo karma in questa vita. Il Sutra del Loto di cui si fece portavoce racchiude il nucleo essenziale del Buddismo secondo il quale tutte le persone possono conseguire la Buddità e sono degne di rispetto, e bisogna impegnarsi per realizzare la felicità propria e degli altri. In poche parole, si impara anche dalle persone sbagliate e perciò ci si inchina rispettosamente davanti a loro. Non è masochismo. È credere nella trasformazione del karma. Le avversità che si incontrano diventano opportunità per liberarsi del karma negativo e temprare la vita.


Sì, ma Willy è morto. Hai voglia a temprarsi. Ormai è passato in latenza. Cosa potrà mai trasformare ancora? Non è lui a doverlo fare, ma tutti quelli che potranno prendere esempio da lui. Secondo le scritture buddiste, è possibile assumere volontariamente il karma appropriato per adempiere il proprio voto per Kosen Rufu. I Bodhisattva rinascono in questo mondo animati dal desiderio di adempiere il loro voto, mentre le persone comuni nascono nelle circostanze presenti come effetto del loro karma. In particolare, il Sutra del Loto spiega che i Bodhisattva, che hanno accumulato un’immensa fortuna con la pratica buddista nelle vite passate, rinunciamo volontariamente alle ricompense delle loro azioni pure e scelgono invece di nascere di nuovo in questo mondo impuro e pieno di malvagità. Questo perché provano compassione per gli esseri viventi (compassione non in senso cristiano, ma buddista, che consiste cioè nel riconoscere il seme della Buddità in chiunque, anche in chi fa del male) e desiderano salvarli dalla sofferenza, e di conseguenza anche loro incontreranno sofferenze, proprio come le persone comuni che nascono in questo mondo malvagio a causa del loro cattivo karma.


Se si assume questo punto di vista, le avversità incontrate assumono un significato nuovo. Non si considera più questa vita come effetto di cattivo karma, ma come opportunità per adempiere al voto di Bodhisattva di condurre le persone alla felicità. Condividendo le sofferenze degli altri come fossero le nostre, si può mostrare con l’esempio come superarle. Quando trasformiamo il nostro karma in missione, trasformiamo il ruolo che svolge il nostro destino da negativo a positivo. (Il mondo del gosho, Esperia, 2015, pag.461) E in più, per concludere i riferimenti agli insegnamento buddisti, chi passa in latenza è perché ha concluso la sua missione in questa esistenza. 


In poche parole, gli aggressori di Willy sono segnati da un karma negativo che li ha portati a compiere ulteriori nefandezze. La peggiore di tutte è l’offesa alla vita altrui: hanno ucciso un uomo. Che è in definitiva offendere la propria. Condannati, questa volta sì, a rinascere all’infinito per espiare la propria grave colpa.

C’è invece da credere che Willy fosse rinato per porre un buon esempio a tutti e tutte noi: difendere la vita altrui. Forse adesso smetterà di rinascere, per godersi il meritato Nirvana.

Consolatorio? Gloss non saprebbe, ma invita a sperimentare sulla propria pelle un partner picchiatore, una figlia disabile, un cancro, per poi chiedersi se si ha necessità di consolazione. Ma con le proprie forze, non aspettandola dall'esterno.

Un'ulteriore considerazione: Willy è un Bodhisattva, perché intervenuto a difesa altrui. Ma non Bodhisattva della Terra, in quanto non praticante del Buddismo. Se lo fosse stato, avrebbe anche avuto la saggezza di non intervenire fisicamente, ma di tentare la via della conciliazione a tutela della propria Vita Preziosa.

Netnografia: www.tpi.it (ultimo aggiornamento: 8 settembre 2020)

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