Il tema prescelto dello Zadankai di ottobre 2018 per il confronto delle vite personali con il buddismo, a Gloss si rivelò aderente agli accadimenti della propria estate. Sensei invita a “rompere il guscio del piccolo io” (D.Ikeda, NR, 290, 11). Perciò Gloss desiderò con vero cuore condividere la storia di sua figlia, che all'epoca era una ragazza di dodici anni, la quale a cinque mesi di vita si trovò a combattere contro una malattia rarissima che colpisce un neonato su centocinquantamila. Così infrequente da non esserci test prenatali. Impedisce totalmente lo sviluppo psicomotorio nei neonati, che, finchè campano, restano allo stato vegetativo, intubati per alimentarsi e respirare. A volte, muoiono precocemente. Ai buddisti presenti fu offerta la possibilità di entrare in empatia con quei genitori e il loro strazio. Ma
la neonata improvvisamente guarì, pur restando lesa a tal punto da essere incapace di parlare e camminare fino a 4 / 5 anni.
Ce la fece, più tardi degli altri, ma riuscì a sviluppare una vita abbastanza indipendente e autonoma, rispetto alla disastrosa partenza. Superò il ritardo psicomotorio, con i suoi tempi supererà quello cognitivo. Ma vincerà, sua madre e il suo partner ne furono subito certi. Raccontarono quella vicenda perché va a beneficio di quei genitori separati in combattimento non solo per la guarigione, ma anche per i diritti dei figli e più in generale, per Kosen Rufu.
In quel lontano ottobre 2018, la ragazza era consapevole di non sapere controllarsi e si trovava a dover lottare contro non solo contro se stessa ma anche contro l'ignoranza del padre naturale che riteneva il suo malessere gestibile solo con una severa applicazione di buone regole. E che rifiutava di entrare in contatto in modo collaborativo con la madre e il suo partner. Alcune malattie sono tali in quanto l'organismo non produce in maniera endogena determinate sostanze necessarie al benessere dell'individuo. È il caso dell'epilessia, è anche quello delle turbe psicotiche (chiamate il secolo scorso, schizofrenia). Ebbene, fu epilettica da neonata, ma ne uscì. La ragazza era affettuosa, dimostrava a parole e a gesti il suo amore per la madre e il suo partner. Tuttavia, improvvisamente e senza apparente motivo, sfuggiva loro di mano per strada attraversando senza curarsi di eventuali veicoli in arrivo, e si rivoltava loro contro, picchiandoli a calci pugni morsi, talvolta fino a farli sanguinare; sui marciapiedi si gettava a terra, con i lacrimoni, urlando quanto fossero cattivi con lei, in mezzo a passanti in odor di denuncia per maltrattamenti. Ripresa pazientemente e con dolcezza, ma allo stesso tempo, fermamente, ribadiva dispiaciuta quanto non fosse in grado di controllarsi. Pareva dunque soffrisse di schizofrenia. Purtroppo non fu dato conoscere la diagnosi dei medici consultati dal padre.
Portata da Gloss presso altro neuropsichiatra infantile, questa volta a pagamento, costui confermò a colpo d'occhio la sospetta diagnosi, affermando con decisione che, per farla stare bene, fosse indispensabile un determinato medicinale. Purtroppo, in assenza di consenso del padre, non poté prescriverlo.
Consultato anche il medico di famiglia, costui suggerì a Gloss e al suo partner di fare un esposto presso le FFOO, a tutela della ragazza. Quando si recarono nella caserma di Polizia, lei stessa approcciò il primo funzionario rivelandogli di essere ingestibile, parole pronunciate in maniera autonoma, mai usate con lei dalla madre o dal partner.
Il funzionario accolse l'esposto per sospetta mancata somministrazione di cura farmacologica solo dopo un paio d'ore di insistenza. Voleva evidentemente verificare di persona che non si trovasse di fronte all'ennesima donna separata che voleva vendicarsi dell'ex marito con l'accusa di non occuparsi della figlia. Accolse l'esposto solo dopo aver valutato il comportamento della ragazza, che si faceva via via più violento e appunto ingestibile.
In seguito, un paio di "buone amiche" consigliarono di ritirare l'esposto, per non "mettere cattive cause". Sentendosi tutt'altro che incoraggiata, Gloss praticò come se avesse dovuto estrarre l'acqua dal deserto. Raggiunse la saggezza di non ritirare la denuncia e proseguì sulla strada del raggiungimento del benessere della figliola, credendo fermamente nelle cinque linee guida: “fede per una famiglia armoniosa”. Pertanto, girò l'esposto al padre della ragazza via WhatsApp, che continuava ad affermare la non necessità di farmaci.
Il neuropsichiatra a pagamento informò la neuropsichiatra dell'Asl, che nel frattempo era cambiata. “Anche se lungo il cammino della nostra vita le cose non dovessero andare come desideriamo, una persona che possiede lo spirito di non arrendersi, non si sente per nulla scoraggiata.” (D.Ikeda, NR, 290, 11) Forte dell'incoraggiamento di Sensei, Gloss non si arrese. Venne finalmente a sapere, dopo diverse chiamate ed e-mail, a più riprese e in più mesi, che il padre, dopo plurimi consulti tutti con medesimo risultato, aveva finalmente deciso di sottoporla alla cura farmacologica.
“Il buddismo è vincere o perdere. Proprio per questo, il maestro e i discepoli devono continuare a lottare fino alla fine. Lungo il cammino possono esserci vittorie e sconfitte, ma alla fine si è assolutamente in grado di vincere: questa è l'essenza della strategia del Sutra del Loto.” (D.Ikeda, NR, 626, 25) Vittoria vittoria vittoria, gratitudine eterna per la Legge Mistica e per il Daimoku che permise alla figlia di Gloss di stare subito meglio, di stabilizzare il suo carattere sulla positività. Affettività , concentrazione e attenzione verso il prossimo furono le sue conquiste e quelle dei suoi genitori, che avevano preso la determinazione di non arrendersi mai.
Il loro Daimoku di fiducia irremovibile fece il suo effetto anche a distanza.
“La lotta per kosen rufu, la rivoluzione umana personale e la trasformazione del karma non sono affatto cose distinte e separate.” (D.Ikeda, NR, 626, 24).Avanti sempre con Sensei, con il coraggio di affermare giorno dopo giorno, istante dopo istante, il voto per Kosen Rufu.
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