“Perché dialoghiamo con le persone che ci circondano? Per aiutarle a diventare felici” (BS, 187).
A proposito di dialogo, Gloss lo esercitava con energia da sempre animata dal bisogno di relazioni. Da poche settimane era intervenuta una grandiosa novità ad accrescere il valore del suo Shakubuku: lo stesso voto fu condiviso dal suo partner, il quale ricevette il Gohonzon.
Animati da Spirito di Ricerca, dalla necessità di dialogo sia nelle relazioni di amicizia che di lavoro, avrebbero voluto contagiare tutti con la loro gioiosità, voglia di vivere, leggerezza - che non è superficialità - nonostante le batoste della vita, o forse proprio grazie a loro. “Allo stesso modo, i nostri nobili e indomiti pionieri perseverano con gioia nei loro sforzi di portare il Buddismo agli altri, accogliendo ogni ostacolo o difficoltà come un’occasione per compiere la propria rivoluzione umana e trasformare il karma.” (BS,187 – SDLPE, 272). Ci riuscivano dappertutto e con chiunque, tranne che nel luogo dove hanno scelto di compiere la propria rivoluzione umana. Non a caso.
Gloss decise di rilanciare il voto per Kosen Rufu attraverso “l’applicazione delle tre regole per la predicazione dopo la morte del Budda” (BS, 187) , ovvero: la veste, il seggio, la stanza. “Questo significa che nel propagare il Sutra del Loto si dovrebbe avere una mente compassionevole (che è come indossare una veste, i panni degli altri), dimorare nella verità della vacuità di tutti i fenomeni (stare seduti sul seggio della saggezza) e sopportare le difficoltà con pazienza (la stanza rappresenta l’ambiente dove stiamo con tutti i suoi demoni, ovvero le difficoltà).” (SDLPE, 277-238 - BS, 187).
Si verificò subito l’opportunità di applicare questo rinnovamento del voto. Una Budda che l’anno precedente aveva talvolta frequentato il gruppo, forse più nella convinzione di corteggiare altre buddiste che non per sciogliere l’attaccamento alla madre mancata, stava attraversando una crisi a causa dell’attaccamento (di nuovo?) alla sua partner, che, però, era già più ex, che partner.
Intuendo dunque una personalità soggetta agli attaccamenti, nell’inviarle l’argomento dello Zadankai della sera successiva, Gloss la invitò via WhatsApp ad uscire in compagnia con altre allo scopo di divertirsi a Torino e staccarsi dal suo ambiente. Messaggio? Visualizzato. Risposta? Zero. Ma Gloss non se la prese, non sono necessarie risposte. E poi tutti i nodi vengono al pettine. E il nodo di quella Budda arrivò al pettine pochi giorno dopo, per strada.
Baci&Abbracci nella miglior tradizione piemontese falsa e cortese, rivelò a Gloss che la sua partner la «stava lasciando» (in realtà, era un’attenuata perifrasi: Gloss aveva incontrato questa “partner” in un negozio mentre faceva acquisti modaioli per e in compagnia della sua nuova giovanissima fiamma, che da lì a poco sarebbe diventata sua moglie).
Gloss ebbe la saggezza di fermarsi a parlare con la Budda, occupandosi nel contempo della figlia disabile Sofia, 10 anni, che la strattonava, per rinnovare l’invito ad uscire in compagnia, allo scopo di cambiare ambiente e lasciare andare gli attaccamenti. La Budda declinò. Non aveva voglia di compagnia e dialogo e confronto, perché tanto «la mia donna non mi sta lasciando». Consapevole di esercitare energia e fermezza, pur essendo paziente ed empatica, Gloss le suggerì a prendere coscienza dei suoi attaccamenti. “Persisteva nel suo sforzo di predicare in modo energico benché ciò li faccia andare in collera.” (BS, 187)
La Budda si arrabbiò e l’attaccò. Pochi mesi dopo la ex si sposava, a riprova che la Budda era oscurata dagli attaccamenti.
Lo spirito del voto di Gloss era, ed è, fare Shakubuku con la propria vita, mettendo nel rapporto tra sé e la propria figlia empatia e fermezza, nonostante le difficoltà.
“Vedere persone che indipendentemente dalle circostanze conducono una vita forte, positiva e fiduciosa, dedicata alla felicità degli altri e al benessere della società, non può non colpire e ispirare chi entra in contatto con loro.” (BS, 187)
Mesi dopo, la Budda, che conosceva il relazionarsi di Gloss nei confronti della figlia disabile, tornò a uno Zadankai a ringraziarla.
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