mercoledì 9 luglio 2025

Volata sul Picco dell'Aquila. Parte 1

“Denuda uno scrittore, indicagli tutte le sue cicatrici e saprà raccontarti la storia di ciascuna di esse (...) Avrai romanzi, non amnesie. Un briciolo di talento è un buon sostegno, se si vuol diventare scrittori, ma l’unico autentico requisito è la capacità di ricordare la storia di ciascuna cicatrice.”

 

Stephen King
 

Mi metto a nudo. Fin da piccola, il rapporto tra me e mia madre fu conflittuale. La prima ottimista contro ogni aspettativa, la seconda pessimista cosmica. Una, anarchica e libertaria. L’altra, normativa e autoritaria. La prima elastica e affettuosa. La seconda, rigida e anaffettiva. Fisiologiche differenze caratteriali che tra noi due facevano scaturire scintille. Durante l'adolescenza, cercai di liberarmi da quello che consideravo ingiusto giogo fuggendo di casa tre volte, per vedermi puntualmente riaccompagnata al nido materno. Durante il liceo determinai di costruire un'autonomia economica che potesse rendermi indipendente entro la scuola secondaria. Al quinto anno del Liceo Scientifico, completai in parallelo gli studi dell'Istituto Superiore d'Arte serale, mentre il pomeriggio praticavo in un'Agenzia Pubblicitaria negli "Anni della Milano da Bere". Conseguii un reddito tale che entro i due anni seguenti mi permise di acquistare un appartamento a una cinquantina di chilometri di distanza e di andarci a vivere con lo sposo, pur di allontanarmi da mamma.  

Adesso sto attraversando giorni difficili (e va bene, ditemi nella vita quali non lo sono? due giorni dopo il passaggio in latenza di mia madre, alla festicciola con amici stretti per il genetliaco di FabriBudda (1), eravamo felici, ma tra le pieghe della felicità si nascondono i problemi, come la polvere sotto al tappeto: prima o poi, va spazzata comunque).  

“La felicità non si trova da qualche parte distante da noi, è qualcosa che dobbiamo raggiungere per noi stessi grazie alla nostra lotta qui e ora.”

 

Daisaku Ikeda (‘Che cos'è la rivoluzione umana’, esperia, pag. 28) (2)
 

Mia madre Maria Luisa Adelaide Domenica ha sempre rifiutato di fare movimento che invece le avrebbe prevenuta la perdita di calcio dalle ossa; ed è caduta spesso negli ultimi anni, provocando sorprendentemente meno fratture rispetto alla diagnosi. Maria Luisa nel mio romanzo ‘Fuochi d’Artificio’ è diventata Luisella: preferisco ricordarla nella traslazione di un suo ricordo da decenne, a Intra - Verbania dove nacque quasi 93 anni fa, che non nel sogno di stanotte. Le ultime immagini di mia madre da viva sono niellate nelle circonvoluzioni del cervello.  

Il bacino sbriciolato per quella forte pregressa osteoporosi da mancanza di movimento, annegata nella barella dell'ambulanza che dal CTO l’ha trasportata in una struttura medica per...  

(continua)  


Note
(1)  FabriBudda: da anni mi esercito a riconoscere un Budda, ovvero un risvegliato, in ciascun essere vivente. Mi si perdoni se uso questo giocoso (e infantile) espediente.

(2)   

Daisaku Ikeda (terzo presidente della Soka Gakkai, associazione buddista laica che promuove la pace, la cultura e l'istruzione), rivoluzione umana, esperia: d’ora in poi, tutti i termini buddisti e le espressioni idiomatiche, definite con rispetto “buddese”, potranno essere reperibili al sito ufficiale della Soka Gakkai Internazionale in versione italiana - Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai https://www.sgi-italia.org/